Gay & Bisex
..E LUCE FU
di Michellerimini
17.11.2020 |
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"Va avanti a trafficare, avvita e svita, tronca e salda, ma la luce non viene:
"Berti, vammi a prendere la cassetta blu sul furgoncino" chiede al..."
S’era rotto non so cosa nella scatola d’immissione dell’energia elettrica, da qui il problema, era andata via la corrente e la “RWE power” la compagnia elettrica, non sapeva dirmi come ovviare se non che l’indomani sarebbe venuto un loro tecnico:- “Non tema, saremo da lei, al suo servizio”.. e tante altre giustificazioni.
«Verdammt! dovrò passare fino a domattina al buio, senza riscaldamento, senza acqua calda, no TV, no Wi-Fi,.. Ansia!»
Dopo aver cenato in un ristorante, sono andato al cinema, poi in un pub, insomma son riuscito a star fuori di casa e al caldo, fino all'una, ma poi di corsa sotto le coperte a bestemmiare un po’al freddo!
Alle sei del mattino son già sveglio e già comincio a maledire la “RWE power” che m’ha fatto passar una notte così.
“Saranno lì per le otto!” m’aveva detto la melodiosa voce della telefonista che cercava di ammansirmi, ma son quasi le nove e qui non si vede nessuno.. sto per ricominciare a tempestare di telefonate la tizia di ieri, che si presentano alla porta due operai:
- “Morgen! Ce l’avete una scala?” mi chiede il primo, un robusto trentacinquenne, alto, biondo, un paio di occhiali senza montatura gli sottolineano gli occhi azzurri.
Vorrei farlo entrare, anche per guardarmelo meglio, ma s’infila l’altro, su cinquanta, bruno, lo sguardo curioso, i baffi da topo, i modi troppo sicuri.
Gli mostro la scala e la porta fuori al compagno e inizia a passargli gli attrezzi, è chiaro che l’altro, benché più giovine, se ne intende di più.
Con la scusa di chiedere se ha capito quale è il guasto, esco e me lo rimiro dal sotto in su.. La camicia s’è sfilata dai pantaloni della tuta e sul ventre s’intravede un bel addome scolpito, e via su dall'ombelico verso l’alto.
Subito parte il mio senso materno:
- “Stia attento che si prende freddo!” All'inizio sembra non capire, poi guardandosi, mi sorride, con una manata si ficca la camicia dentro, poi alza di nuovo le braccia e il ventre torna a far capolino. Si guarda e ridiamo tutti e due.
L’altro si precipita per esser partecipe della risata e mi fa piacere che anche il biondo non gli dica niente. Va avanti a trafficare, avvita e svita, tronca e salda, ma la luce non viene:
"Berti, vammi a prendere la cassetta blu sul furgoncino" chiede al compagno.
Io non perdo l’occasione, gli preparo un caffè, e lo invito a scaldarsi un po’ dentro. Mi sorride:
- “Non è che in questa casa ci sia un gran caldo!” Risata di entrambi, ma insisto:
- “Il caldo è nel caffè!”
Ci sediamo in silenzio, prima tintinnano solo i cucchiaini che girano nelle tazze, poi gli chiedo cosa ne pensa del problema.
-“Sinceramente non lo so, ma vedrete che ce la faccio!”
Ha un bel viso aperto, intelligente e ora che ce l’ho vicino, guardo gli occhi azzurri, grandi, intelligenti.
Cerco velocemente di pensare ad una bella frase, ad un qualcosa che riesca ad agganciarlo ma sopraggiunge il Berti.. «Ma.. guarda questo! S’intrufola tra noi e vuole il suo caffè.. mha, io mica glie l’ho offerto.. che screanzato!»
Ovviamente era già pronto e mentre beve, cerco di attrarre l’attenzione dell’altro, lo porto nel ripostiglio chiedendogli se, secondo lui, è pericolosa la caldaia che s’è spenta per mancanza della corrente «il ripostiglio è piccolo, siamo molto vicini, sento il suo profumo».
-“Beato voi che vi siete potuto lavare!” esclamo e muovendomi struscio il braccio sul suo petto.
-“Oh, scusi!” dico mentre assorbo il suo sapor d’uomo che mi pervade le narici.
C’è una pausa in cui provo imbarazzo, timidezza, vergogna, ma lui la risolve:
-“Se volete, posso tornare a vedere se c’è qualcosa di rotto o se tutto va bene, ma ora non riesco a controllarla perché abbiamo tutta una serie d’appuntamenti!”
-“A che ora potete venire?” subito soggiungo e lui:
-“Son libero all'intervallo di colazione”
Non riesco a far esplodere il mio sì felice perché l’altro, che ha finito il caffè, s’è affacciato sulla porta.
Lui torna fuori e con i nuovi attrezzi fa un qualcosa “e luce fu”!
Li ringrazio molto, anche se parlo esclusivamente a lui, poi pagato l’intervento mi da in mano una ricevuta, che ha firmato lui: Görd! - Perfino il nome è bello! E adesso fino a mezzogiorno ho un sacco da fantasticare!
Son tornato a casa da una mezzora quando trilla il citofono, rispondo in un baleno:
-“Sono il tecnico della RWE power..” dice un po’ timidamente.
-“Venite! Venite pure!” Guardo l’ora: son le dodici e un quarto, evidentemente anche lui s’è affrettato a mollare il compagno per venir da me.
-“Ah, che bel caldino!” mi dice a mo’ di saluto, si toglie il berretto e si dirige subito nel ripostiglio.
Io lo seguo con due bicchieri d’aperitivo:
-“Gradisca.. facciamo un PROSIT?!” e sento un brivido come se fosse un qualcosa di intimo, anche se mi dico che son scemo, che quello ha ben altro da pensare.
-“Se volete ho preparato anche qualcosina da mangiare..” sussurro timoroso di un suo no.
-“Non dovevate disturbarvi! Controllo questo e scappo via.”
Ma s’è fermato, non entra nello sgabuzzino.. lo prendo sottobraccio e gli sciorino il menù.
-“Certo certo, non è granché, l’ho preparato in una mezzora, però cominciate con della Fornarina, è un’antica ricetta che mi ha insegnato la mia nonna Italiana, come antipasto è una mia specialità e normalmente la gente rimane meravigliata!
Poi ho fatto visto il freddo dei Passatelli, anche questa una ricetta tutta della terra di mio padre, e infine, del latte Brulè, fatto con ben otto tuorli d’uovo, latte, zucchero e vaniglia.. sentirete che squisitezza!”
Dà una panoramica sul tavolo:
- “Ma davvero avete preparato tutto per me?!” si meraviglia, togliendosi il giaccone.
-“No, davvero Görd! Anche per me!” Ridiamo.. e il riso è sempre un buon inizio! Anche il vino è utile e lui non si tira indietro, Sangiovese DOCG ..e vorrei ben vedere!
Stiamo gustando il dolce, che lui realizza che l’ho chiamato per nome:
-“Ma come fate a sapere come mi chiamo?”
-“L’ho letto sulla ricevuta, anzi, scusate ma non mi son presentato.. Ma diamoci del Tu!”
-“Assolutamente! Tu ti chiami Michelle!” dice lui trionfante.
E subito sogno che ci stia, che il dopopranzo sia un lungo, meraviglioso pomeriggio di sesso e mentre sto sognando, mi chiede come si fa la Fornarina e come mai sono così bravo in cucina e se sono sposato e anche questa domanda in questo momento, mi fa sperare.
Ma aggiunge che lui lo è, che ha due meravigliose bambine e tutta una serie di particolari su moglie e famiglia, cui fingo di essere interessato e che non mi fregano proprio! Anzi, quasi mi inducono a demordere dal mio piano.
E, finalmente succede qualcosa, mentre stiamo ridendo per una scemata che ho detto, urta il bicchiere che si rovescia sul tavolo e sui suoi pantaloni.
Continua a scusarsi, mentre io tampono con lo straccio la tovaglia e non s’accorge quasi che da questa passo ad asciugargli anche la tuta:
-“E’ proprio zuppa!
-“SCHADE! Toglila che così te la pulisco bene!”
Mentre mi dice di no, che non devo disturbarmi, se la sta già togliendo e due colonne di marmo tutte ambrate da una lunga, soffice, bionda peluria esplodono come un flash nella stanza.
Non riesco a non esclamare:
-“TOLL! che gambe!, Cosa fai? Calcio?”
Mentre se le guarda, come se fosse la prima volta, mi dice che è il suo sport preferito, che da piccolo era un “allievo” dell’Hertha Berliner Sport-Club, ma che poi la moglie gli aveva fatto scegliere:
-“O il calcio o lei.. E io ho stupidamente ho sbagliato scelta!”
Questo lo dice come un ritornello, chissà quante volte ha fatto questa battuta per far ridere gli amici.
-“Non t’ho detto, a suo tempo una donna m’ha fatto scegliere anche a me, o matrimonio o fine del rapporto!”
-“Quindi?!” Chiede lui.
-“Ho due gatti!” Risata di cuore..
Comincio allora, una serie di complimenti sul suo fisico splendido e togliendogli gli occhiali, sui suoi occhi celesti, sul naso, che ha forte e virile e sulla mascella volitiva, sui capelli che più biondo oro! e così di seguito.
-“Dici?.. Ma va là, che non son bello, io!”
E tutta una serie di piccole esclamazioni che lo mettono a nudo, è sensibile ai complimenti! Sembra che mai nessuno glieli abbia fatti.
Io non mi tiro certo indietro e ben presto toglie il golf e la camicia per permettermi di analizzare il suo busto, le spalle, che son ampie e ben sviluppate, gli avambracci, che potrebbero essere quelli di un boxeur, e i pettorali, e lui mi accontenta anche per quelli e toglie la maglietta e ritrovo quei muscoli che han dato inizio alla storia!
Ora che si vedono sfociare tra i due pettorali contornando con due boschetti biondi i capezzoli. Gli ammiro anche quelli e glieli sfioro, subito si drizzano puntuti.
Gli sfioro lievemente la pelle della schiena e ha come un brivido «sarà freddo o è piacere?» Mi metto dietro e gli massaggio i deltoidi e l’attaccatura del collo, si rilassa e mentre continuo a massaggiarlo, gli sfuggono sospiri e mugolii.
La pendola a cucù scandisce le due, improvvisamente salta su, guarda terrorizzato il quadrante:
-“E’ tardi! Abbiamo fatto tardi! Cosa cavolo faccio, ora?”
Non oso dir niente, mi sembra che il mio bel gioco stia andando a pezzi! E mi sembra buffo questo marcantonio, in boxer, terrorizzato.
Prende il cellulare, forma il numero e_
-“Berti, un cretino m’è venuto addosso! La macchina non mi va! Telefona tu in ditta, per oggi non ce la faccio a venire!”
Tira un lungo respiro, poi si gira verso di me e aprendosi in un sorriso:
-“Non sono abituato a dir bugie.. ma mi piaceva continuare a mangiare con te.”
E mi offre di nuovo le spalle e le mie dita esperte riprendono là dove si erano interrotte.
Quando le mani si avventurano sulla schiena, e un po’ più in giù, gli dico che è forse meglio che si sdrai, così riesco a farlo rilassare di più, mi segue docile, si stende a pancia in giù, le braccia e le gambe lievemente divaricate.
«E’ uno spettacolo! Forse solo su internet ho visto un fisico tanto bello!»
Sono eccitato e le mie mani si ghiacciano allora per scaldarle, prendo un olio che è al rosmarino lo utilizzo spesso, quando porto qualcuno dal massaggio fisico a quello sessuale perché scalda anzi qualcuno m’ha detto che arroventa!.
Ricomincio col collo, scendo sulla schiena e i mugolii continuano.
Mi soffermo su quei due buchetti che sono un po’ più su delle natiche e prendendo un asciugamano glielo appoggio sul sedere mentre gli tolgo le mutande:
-“Così non te le ungo!” Mi scuso quasi, ma lui non dà nessun segno di fastidio perché evidentemente è abituato al lavoro dei massaggiatori.
Manipolo queste due meravigliose mele, sode e muscolose, eccitandomi come poche volte! M’infilo anche nel solco, rincorrendo gocce d’olio che volutamente vi ho fatto scivolare. Ad un certo punto vedo che muove il bacino come per assestare qualcosa ch’è diventato duro. E’ il mio momento:
-“Ora girati, per favore.” Lui afferra l’asciugamano e tenta di coprirsi davanti.
Naturalmente faccio finta di niente e, sempre tenendo d’occhio quel gran pacco nascosto dal tessuto, comincio a massaggiare i pettorali, l’addome, l’ombelico e DEVO arrivare al ventre.
Come se niente fosse, come se non mi fossi accorto di nulla, tolgo l’asciugamano, lui nasconde l’erezione con la mano, io dico di non preoccuparsi, che succede a tutti d’eccitarsi e lui, timidamente, toglie la mano.
-“Genau! Anche qui sei fuori dal comune, sapevo.. Mai visto un uccello così grande e bello!”
-“Ma va! Smettila di prendermi in giro!”
Si schernisce, ma si vede che i complimenti gli fanno piacere e lo lascia esposto e le mie dita, prima come per caso, poi sempre più volutamente, lo toccano, lo accarezzano, cominciano a masturbarlo, i suoi mugolii sono un chiaro «Sì!».
Le mani corrono dall'asta allo scroto, risalgono ai capezzoli, più su fino alle orecchie, e seguendo le linee scolpite del suo corpo ritornano sull'aquila imperiale che sta tentando il volo, ancorata ai due turgidi coglioni.
Non ce la faccio più! Mi chino e glielo prendo tutto in bocca, fino in gola.
Non mugola: urla! E finalmente, le sue mani cercano la mia testa, m’accarezzano, mi sospingono in un coito di bocca che mi eccita sempre più.
Salgo in ginocchio sul letto, lui mi guarda mentre mi spoglio, anzi mi aiuta.
Quando son nudo m’abbraccia, mi stringe, mi stritola quasi, la sua voglia è una voglia antica e quando avvicino le labbra alle sue, mi lascia entrare, mi permette di avviluppare la mia alla sua lingua, poi, comincia a respirarmi dentro, usa l’aria dei miei polmoni e mi dà la sua, in una sorta di apnea sensuale.
Lo stringo forte anch'io e sconvolti e mugolanti, veniamo uno sull'altro!
-“Come è stato bello, Görd! Ma chi te l’ha insegnato?” gli chiedo, mentre restiamo abbracciati e mi dice che gli piace, ma che non lo può fare perché sua moglie attacca a tossire e a maledirlo quando ci prova. Poi mi dice, e io lo so già!:
-“Sai è la prima volta che faccio l’amore con qualcuno che non sia lei!”
-“E t’è piaciuto?” Non vuole ammetterlo, ma mi stringe ancora, sempre più forte e il mio membro ricomincia a dar segni di vita.
-“Ma.. vuoi ancora?” Si meraviglia lui:
-“Perché? Pensi che il tuo no?”
Mi divincolo e glielo prendo in bocca, anche così è bello, con un gran prepuzio che gli copre pudicamente il glande.
La mia lingua sa cosa fare, pochi secondi e lui si meraviglia della sua nuova, mirabile erezione. Mi accarezza come per ringraziarmi e io aumento il ritmo, ricomincia a gemere, le sue mani mi cercano con sensualità.
Poi è lui che cerca la mia bocca e di nuovo facciamo economia d’aria, il suo respiro passa dalla sua alla mia bocca, l’aria è sempre meno ricca d’ossigeno, e ci sembra di morire!
Ci abbandoniamo uno tra le braccia dell’altro ansimando, petto contro petto, ventre contro ventre.
Mi fa male il pene che sta come scoppiando.
Prendo tra le mani il suo di marmo puro. Me lo rinfilo in bocca, ha un buon sapore, come di miele di corbezzolo.
Quando glielo dico, non sa cos'è, ma soggiunge:
-“Perché, di che cosa sa il tuo?
Povero Görd! E’ così semplice che lo porto dove voglio:
-“Non so: prova!” e lui si avvicina al mio membro che nell'attesa sta sprigionando le prime goccioline. Ne coglie una col dito e l’assaggia.
Forse non sente il sapore e avvicina le labbra, poi la lingua, una leccatina fugace prelude ad un piccolo bacio, poi sentendosi il suo attrezzo tutto dentro la mia bocca, con timidezza avvolge il mio con le labbra, poi con la lingua, poi comincia a succhiare. Io succhio con foga e lui, da bravo e attento scolaro, mi copia.
Così prima il glande, poi l’asta, poi un coglione alla volta, i nostri apparati genitali vengono baciati, leccati, succhiati.
Spingo la lingua oltre il perineo, arrivo al foro, ma lui s’irrigidisce e faccio dietrofront! E’ vero! E’ troppo presto!
Ho già avuto tanto da lui per essere la prima volta e ricomincio a pompare.
E lui ricomincia a pompare.
Quando sto per venire, lo avverto e glielo sfilo di bocca, così mentre io ingoio la sua abbondantissima melassa, gli vengo sul petto.
E’ meravigliato, non capisce perché l’ho ingoiata e non gli basta la mia risposta:
-“Perché è roba tua!” e di nuovo con un dito, prende un po’ del mio sperma dal proprio petto e lo mette in bocca.
Che cosa sensuale vederlo! E non mi blocca neppure il suo:
-“Ma è freddo!” il mio membro ricomincia a desiderare d’essere ancora accarezzato, baciato, succhiato.
Lo prende in mano, me lo stringe, ma poi lo lascia e vuole che mi stenda accanto a lui:
-“Fra poco vado e non credo che ci rivedremo più anche se mi spiace perché mi sei simpatico. Ma devi capirmi, son sposato e non son cose che si fanno!”
Ma io ormai, mi son preso una cotta per lui! Non voglio che succeda che se ne vada per sempre e subdolamente gli insinuo:
-“Hai ragione. Un uomo sposato non deve fare nulla che non gli piaccia e che può dar fastidio alla moglie! Ma, un uomo sposato, può incontrare un amico! Può rivedere una persona simpatica! Può andare a mangiare una pizza con lui o a bere un caffè!”
Così, anche ora, l’ho fregato, domani sera andiamo a mangiare una pizza e son sicuro che l’ammazzacaffè me lo bevo qui..
E avrà un ottimo spore di miele al corbezzolo!
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Vi invitiamo comunque a segnalarci i racconti che pensate non debbano essere pubblicati, sarà nostra premura riesaminare questo racconto.
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